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Da “il Sole 24 ore” di lunedì 22 maggio 2023 Per i penalisti difese anticipate ed investimenti sul digitale

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Nuove strategie: valorizzati gli elementi di dubbio alla luce del canone sulla “ragionevole previsione di condanna”. Chance dalle alternative al processo.

Modificare le strategie difensive anticipando gli elementi di difesa e puntando sul nuovo canone per cui i procedimenti non vanno avanti se non è possibile formulare una ragionevole previsione di condanna. Investire sulla tecnologia e sapere valutare le chance offerte dall’ampliamento di istituti come la messa alla prova e dei riti alternativi e dalla nuova disciplina della giustizia riparativa. Sono questi i principali dossier su cui ragionano i legali dopo il debutto, il 30 dicembre 2022, della riforma penale. La riforma Cartabia ha mostrato coraggio ed ha introdotto innovazioni essenziali. Per gli avvocati diviene fondamentale anticipare gli elementi di difesa. Innanzitutto nell’udienza preliminare dove, se non c’è una ragionevole previsione di condanna va emessa la sentenza di non luogo a procedere, ma anche in tutta la fase dell’udienza pre-dibattimentale. Sarà però fondamentale vedere come verrà applicata questa nuova regola del giudizio della ragionevole previsione di condanna. Sembra infatti, dalle prime applicazioni giurisprudenziali, che tale innovazione sia stata  grandemente depotenziata con una interpretazione che l’ha fatta coincidere con la regola di giudizio previgente. La riforma incide anche sul ruolo dell’avvocato. Il fatto che la rinunzia all’appello porti ad una riduzione della pena assegna agli avvocati un ruolo di informazione e assistenza molto delicato. Dalle strategie difensive alle novità operative. E’ cruciale la disciplina dei depositi, delle notifiche e delle comunicazioni digitali. L’interazione con gli uffici è divenuta più rapida. Un obiettivo raggiunto grazie agli oneri di cui si sono fatti carico gli avvocati in termini di aggiornamento delle risorse umane e di quelle informatiche degli studi professionali. Si cerca di superare la figura del difensore che deve per definizione proclamare l’innocenza del proprio assistito. Così di fronte ad un quadro di colpevolezza è stata codificata la via della giustizia riparativa che si compie quando l’autore si attiva per elaborare il proprio comportamento e farsi carico del danno causato con benefici rilevanti per il processo e per lo stesso responsabile. L’incentivo a fare i conti con la sostanza senza perdere tempo e credibilità nella negazione di responsabilità evidenti costituisce in termini speculari la premessa per potere esercitare una difesa piena, totale e profonda quando la responsabilità non c’è. Per affrontare il fatto, la riforma spinge perchè si lavori sulle prove nel modo più rigoroso possibile già a partire dalle indagini preliminari. Puntano sulla sostanza anche le nuove norme sull’appello che deve indicare i motivi in modo specifico e tassativo.

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